Il maschio che incontra persone transessuali per sesso può considerarsi gay, eterosessuale, bisex, pansex o altro.
Questo studio narrativo sulla propria percezione della relazione sessuale con partner transessuale MtF mostra come questo gruppo di persone (tutte autodefinite eterosessuali) viva in modo diverso il corpo sessuato ambivalente delle donne trans, operate o meno.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4914457/
Fino a pochi anni fa i o le partner di persone transessuali erano considerati perversi ed avviati a terapie riparative.
Tuttavia l'oppressione transfobica interiorizzata è ancora parte della loro narrazione.
La donna trans di solito non esiste, sostituita da un maschio capace di creare l'illusione di una donna cisgender (da loro detta donna vera o semplicemente donna, mentre usano il maschile per la partner trans).
La presenza del pene non impedisce l'attrazione erotica neanche quando si mostra disgusto per la sua evidenza quando la donna trans non operata ejacula.
L'istinto verso la donna transessuale viene insomma razionalizzato secondo parametri transfobici, proprio dai partner, isolando ognuno di loro in una diversità che preferisce rassicurare sé stessa maltrattando la persona che si desidera sessualmente.
Questo è uno studio del 2017 su partner occasionali che si considerano eterosessuali e che hanno o meno avuto relazioni anche con il pene di donne trans non operate.
Se studiamo i lavori anche letterari di partner di omosessuali in tutto il mondo, troviamo considerazioni simili nel disprezzo del partner, nella illusione della sua femminilità e nel gusto/disgusto verso il pene che rispecchiano l'omofobia della propria epoca o del proprio Paese.
Lo stesso problema esiste probabilmente per i partner di donne transessuali operate o meno e sarà così finché resteranno socialmente invisibili e isolati per paura a loro volta della transfobia.
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