COMUNICATO STAMPA AMIGAY SUL CASO DI OMOFOBIA SANITARIA AD ALESSANDRIA
Abbiamo un nuovo #scandalo di #omofobiasanitaria in #Italia.
Ad #Alessandria un #paziente #omosessuale denuncia un referto (in foto) ed un comportamento discriminatorio al #ProntoSoccorso e al reparto di #MalattieInfettive, dove è stato, secondo la vittima, impropriamente ricoverato.
https://www.lastampa.it/cronaca/2019/07/12/news/e-gay-e-ha-un-compagno-referto-choc-dell-ospedale-alessandria-1.36985454
Questo caso di Omofobia Sanitaria ad Alessandria è molto ingarbugliato.
Ci sono colpe specifiche del #SSN e dello stesso paziente, almeno rispetto alla appropriatezza della sua linea di difesa; mentre non tutti i comportamenti del #personalesanitario coinvolto sono sbagliati.
Vi preghiamo di riflettere nei termini della #Medicina di #Genere #Lgbt e non della legge sulla #Privacy, perché, usata nei termini consigliati anche da #ReteLenford, è solo un macigno giuridico che danneggia gravemente i #DirittiSanitari delle persone Lgbt, che si basano proprio sul #ComingOut e sul sostegno al Coming Out.
Detto questo, la grande responsabilità del SSN è quello di non avere ancora garantito in Italia la completa #depatologizzazione dell'omosessualità e per conseguenza di non avere modificato in modo inclusivo l'#AnagraficaSanitaria.
A differenza di quanto affermato dal paziente, in Italia è ancora legittimo, purtroppo, inserire l'omosessualità tra le patologie, come #patologiapsichiatrica, tra l'altro, ancorché nella dizione, quivi non inclusa, di Omosessualità #Egodistonica.
Il #medico quindi non aveva titolo comunque ad inserire Omosessualità tra le patologie perché non egodistonica.
Si suppone invece, a pensar bene, che volesse così solamente integrare l'Anagrafica Sanitaria attualmente deficitaria. Il paziente infatti ha torto ad affermare che non venga indicato che un paziente sia eterosessuale in coppia stabile, perché invece la attuale Anagrafica implica proprio che tutti sono eterosessuali, negando la realtà, anche sanitaria, delle persone Lgbt.
È proprio necessario modificare la Anagrafica Sanitaria, attualmente monolitica sul solo Genere eterosessuale, per garantire, in tutti i campi della Medicina, adeguati studi di #epidemiologia sulle persone Lgbt, oggi del tutto assenti in Italia.
È quindi importante segnalare il proprio #orientamentosessuale, identità di genere e #comportamento sessuale (stabile, promiscuo o entrambi) per ottenere studi scientifici, ma anche la appropriatezza di #prevenzione, #diagnosi e cura nelle persone Lgbt.
Era opportuno il trasferimento in Malattie Infettive per la #Cefalea lamentata dal paziente?
Secondo gli studi internazionali, forse la metà delle persone in fase #AIDS soffre di una forma di mal di testa.
https://headaches.org/2012/02/15/people-with-hivaids-experience-frequent-headache/
Sappiamo anche che in Italia il 40% ed oltre delle persone #HIV+ sono maschi che fanno sesso con altri maschi, ma anche se metto insieme questi due dati, resta comunque molto più bassa la frequenza di HIV rispetto alla Cefalea nella popolazione Lgbt.
Evidentemente il paziente doveva sì eseguire il test HIV, ma doveva essere seguito da un Neurologo e non nel reparto ghetto di Malattie Infettive, come se essere gay implicasse essere sieropositivi. Questa è una violenza inaudita.
Febbre e Cefalea, potevano essere un segno di meningite, ma non emergono dati di analisi nel merito dall'articolo e la nostra disamina non può che basarsi su quelli. In ogni caso l'esclusione della meningite avrebbe dovuto condurre ancora una volta ad una consulenza neurologica.
Il paziente, in quanto omosessuale, è giusto che riceva poi informazioni corrette sul test HIV e sulla necessità di fare il vaccino HAV ed HBV, per cui egli ha torto in questo nel rimproverare il medico dei suoi consigli clinici.
Dobbiamo ricordarci anche l'importanza di riconoscimento in ospedale dei partner delle persone Lgbt, ancorché siano solo fidanzati. È un obbligo di legge.
Al paziente infine, come AMIGAY, consigliamo vivamente di fare Coming Out col Medico di Famiglia ed allo stesso tempo di incoraggiare tutte le altre persone a fare lo stesso. Alcune sue affermazioni purtroppo scoraggiano a farlo e questo riduce gravemente le possibilità di appropriatezza di prevenzione, diagnosi e cura nelle persone Lgbt.
Solo la visibilità garantisce i Diritti Sanitari Lgbt.
Senza il Coming Out, le persone Lgbt verranno trattate in modo inadeguato rispetto agli specifici bisogni di prevenzione, diagnosi e cura.
Affermazioni quali l'uguaglianza tra persone Lgbt ed eterosessuali in Sanità hanno il limite dell'evidenza scientifica di differenze di genere, purtroppo di solito ai danni della minoranza, su cui solo il Coming Out e il sostegno al Coming Out possono porre rimedio.
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente Amigay
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