Cosa possiamo fare per ridurre i #danni psicologici e psichiatrici della quarantena da #Coronavirus? Continuiamo ad analizzare la review internazionale e scriviamo un #decalogo utile per le istituzioni, i professionisti della sanità e la popolazione generale sottoposta a #quarantena:
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30460-8/fulltext?dgcid=raven_jbs_etoc_email
1) ridurre i tempi di quarantena, ovviamente, ma questo è possibile solo se tutti faranno la quarantena!
2) dare alla popolazione informazioni corrette, come fanno ISS e Protezione Civile ogni sera alle 18. Purtroppo l'uso di internet moltiplica le fake news e tutti danno opinioni o trovano materiali in rete, che creano solo confusione!
3) occorre allora un servizio pubblico di ricerca attiva e di smentita dei messaggi fake che si moltiplicano più velocemente durante la quarantena!
4) fornire cibo e medicine in quantità adeguata a tutti. Significa cercare attivamente di proteggere le fasce deboli della popolazione, come barboni, anziani, singles, disabili fisici, sensoriali o psichici...
5) Ridurre la Noia e garantire la Comunicazione. In questo i Flashmob sono la migliore terapia possibile. Partecipate anche se sembrano stupidi.
6) Fare Videochiamate, lanciare messaggi video invece di telefonare o lasciare messaggi scritti o vocali è altrettanto efficace.
7) Garantire supporto telefonico. Le linee del 118-112-1500 devono essere rafforzate in modo da reggere il carico maggiore durante la quarantena.
8) Oltre l'aspetto sanitario occorrono linee telefoniche che rispondano anche agli aspetti psicologici, magari con Videochiamate di psicologi qualificati, ed agli aspetti di assistenza sociale.
9) L'assistenza sociale cui provvedere rappresenta in primis la fornitura di cibo e medicine, ma anche un supporto contro le violenze domestiche o le difficoltà a garantire igiene adeguata alla casa o alla persona in caso di disabilità di qualunque tipo.
10) Le Videochiamate di supporto psicologico sono più efficaci se permettono di connettere più persone con un moderatore/psicologo/counsellor qualificato.
11) Gli staff di sanitari, soprattutto medici e infermieri, hanno bisogno di un maggior supporto tecnico e psicologico, per ridurre anche le conflittualità attuali e post traumatiche tra chi è oberato di lavoro a rischio della propria vita e della propria salute fisica e mentale. Occorre un supporto specifico oggi assente.
12) Occorre considerare anche il conflitto rispetto a chi venga messo o si metta spontaneamente in quarantena, sottraendo forza lavoro, ma essendo pertanto a maggior rischio della propria salute fisica e mentale ma anche della propria vita e di quella dei familiari coabitanti.
13) bisogna capire che è uno stress maggiore subire la quarantena, perché la percezione del beneficio per la società, soprattutto per gli anziani e disabili nella condizione attuale, è perdente rispetto alla paura di infettare i propri conviventi, anche se a basso o a nessun rischio come i bambini nel caso attuale.
14) Ce la possiamo fare!
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