La terza domanda di #Anagrafica Inclusiva è meno elegante e tratta un argomento raramente affrontato in letteratura: dato il suo sesso alla nascita, se maschio il suo comportamento di base è più virile 1-androgino 3-effeminato 5, oppure se donna è più femminile 1-androgina 3-mascolina 5?
1-2-3-4-5
Il gruppo effeminato-androgino-mascolino, da 3 a 5 risulterà di minoranza. Include le persone con #comportamento o #espressione di #genere diverso dalla coppia sesso alla nascita-comportamento maschio-virile o donna-femminile.
Attenzione, anche questo può essere declinato in altri modi nel gruppo LGBTI.
Essendo questa solo una autodefinizione è molto fragile come parametro ma permette di vedere un gruppo di persone, effeminate-androgine-mascoline, che sono socialmente sempre evidenti come tali e il cui comportamento è indipendente, anche se frequentemente collegato ad omosessualità o transgenderismo. Numericamente le persone effeminato-androgino-mascolino sono comunque molto meno di quelle omosessuali/bisessuali.
La questione comportamento di genere emerge soprattutto in lavori sull'omofobia e sulla caratteristica fonetica.
A seconda del valore della donna nella società essere effeminato-androgino è quasi sempre uno svantaggio per i nati maschi, anche se esistono culture più ambigue nel merito (il femminiello, il two-spirits, il fa-afine ecc). Perfino la comunità LGBTI esprime disprezzo per le persone effeminate-androgine in ambienti sociali più omofobi e misogini, e la rigidità binaria dei ruoli nella coppia gay riflette questo condizionamento eterosessista.
Al contrario essere androgina-mascolina in alcuni ambienti di lavoro può essere un vantaggio, dove è il carattere virile e non la fisicità a prevalere.
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